Castello “medievale” di Acquarica

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fonte: e-maldives.com

Il castello rappresenta il cuore del borgo acquaricese, attorno al quale si è sviluppato il casale di Acquarica. Il nucleo originario si presentava come una struttura quadrangolare (con ogni lato lungo 40 m) e fu costruito nel XII secolo. Oggi però resta solo una parte dell’antico fortilizio con una delle quattro torri.

Noto a tutti come “medievale”, in realtà ciò che è oggi visibile è frutto di rimaneggiamenti databili alla prima metà del Quattrocento (la torre) o ancora successivi, motivo per cui la parvenza dell’attuale castello è più rinascimentale, che non medioevale. Nondimeno, resti della precedente cinta muraria normanna sembrano individuabili nella facciata: a ben vedere, infatti, in prossimità della torre superstite si presenta una specie di saldatura fra due tipi di muratura con fregi di coronamento differenti. Quello attiguo alla torre ripete lo stesso motivo architettonico del caposaldo, mentre il resto della cortina è ad alveare, segno evidente che la torre e il tratto di cortina adiacente sono stati costruiti in epoca Castello piazza San Carlo successiva, innestando i nuovi elementi alla vecchia cinta fortificata.

Il castello era probabilmente cinto da fossato, colmato in parte in seguito: in un documento del 1688 si parla, infatti, di un «loco detto lo fosso de lo castello» e nel 1821 la strada alle spalle della fortezza (l’attuale via G. Bruno) era ancora chiamata «strada del fosso».

Vi sono diversi stemmi araldici sulla struttura, segno di alcuni dei tanti feudatari che si succedettero: in particolare, sulla torre quello dei Guarino, sulla cortina un grande stemma binato Ayerbo – Guarino e sul portale di ingresso un’epigrafe ormai illeggibile sormontata dal blasone dei Centellas.

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fonte: rete.comuni-italiani.it/foto/2009/248548

La torre superstite, di forma cilindrica, costruita con pietrame irregolare, rappresenta la fase di potenziamento militare della struttura, presumibilmente databile al XVI secolo. Essa presenta due tori marcapiano ed è coronata da archetti pensili.

Il piano inferiore ospita il museo del giunco.

Al piano superiore si susseguono diversi ambienti, a copertura lignea, oggi trasformati in un’unica sala, destinata ad ospitare convegni. Altri vani, invece, sono voltati a padiglione: dalle murature emergono diverse preesistenze architettoniche, come archi mistilinei, strutture bugnate, ecc.

Nel cortile interno si affaccia la cappella palatina dedicata a S. Francesco d’Assisi. Il portale rinascimentale introduce in un vano voltato sulle cui pareti si scorgono diversi lacerti pittorici e il catino absidale con dipinti ancora celati inglobato nelle murature successive, testimonianza della precedente chiesa medievale.

Dalle fonti si apprende che fino al ‘600 l’edificio era uno dei luoghi di culto del casale, insieme alle chiese di San Giovanni, Madonna dei Panetti e San Nicola di Myra.

Recenti lavori di restauro hanno individuato sul pavimento numerose tombe di varie epoche e in fase di studio.

Lungo il perimetro occidentale del cortile è collocato un grande manufatto lapideo, noto col nome di “pila di Pompignano”, proveniente dall’omonima area archeologica, di controversa datazione.

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